DI PESCI E DI LIBRI

 
Dagli argomenti da voi gentilmente richiesti:
 
Pesci:                         moeca
non so molto di pesci. Ci sono però delle storie di pesci che mi piacciono.
Una è la triste storia della moéca. Moéca, è il nome dato a quel granchietto comune, o carcinus aestuari, che si vede caracollare in diagonale sulle spiagge sabbiose dell’alto Adriatico, o forse anche del basso, non lo so, durante il difficile momento della muta. Quel momento in cui il granchietto perde la corazza per diventare grande e diventa tenero tenero prima che gli cresca la nuova corazzetta.
La moéca quindi, è un granchietto praticamente adolescente che finalmente un giorno decide di diventare grande, si spoglia dei vecchi vestiti che gli stanno stretti e nel momento di massima fragilità viene catturato e gettato in padella.
Triste storia, adattabile a tutti coloro che un giorno, in un momento di fiducia verso l’umanità, hanno deciso di lasciar cadere ogni difesa, si sono presentati al mondo nudi e crudi, pensando di fare bene, e sono invece finiti fritti.
Inutile dire che è l’unico crostaceo con cui mi identifico.

Un’altra storia è quella della cappalonga. Ma più che una storia è un’immagine. Quella di persone che al tramonto o all’alba con i pantaloni arrotolati, camminano un po’chine lungo la riva del mare, in quel punto dove l’onda si assottiglia, e diventa solo una riga ondulata e lucente lungo la spiaggia, e in controluce, portando un secchiello, cercano le cappelonghe appena appena affioranti dalla sabbia.
 
Libri:libro
Utxi, la mia commentatrice spagnola, con un sacco di immeritati complimenti, mi chiede una cosa difficilissima da determinare: quali sono i libri che mi hanno colpito di più e quali consiglierei.
Non so bene Utxi, non è facile decidere, forse tu ti aspetti un elenco di autori italiani, ma solo guardando la mia libreria, ti direi che sicuramente la letteratura anglo-americana ha fatto molto per me.
Sarà per gli studi che ho fatto, lingue, e che dopo cinque anni di liceo classico tosto non ne potevo più di latini e italici, però devo dire che anche già da piccola Tom Sawyer mi era piaciuto un sacco. Sicuramente più di Cuore o del Giornalino di Gian Burrasca.
Allora, per farla breve tra i libri che mi hanno colpito ti metto come primo autore: James Joyce con i Dubliners. Sarà che ci ho fatto la tesi di laurea su Joyce e che tra i rari professori in gamba che ho avuto nella mia carriera scolastica, c’era questo studioso di Joyce che ha saputo farmi capire e apprezzare la genialità dello scrittore e l’estrema modernità dell’uomo, ma potendo, anche se assai difficile e complesso, io lo consiglierei tutto. Poi ci metto Shakespeare con sonetti e tragedie. Poi, saltando di palo in frasca, i classici più belli che ho letto negli anni: Dostoevskij con Delitto e castigo, Stendhal con La certosa di Parma e Il rosso e il nero, Pavese con La spiaggia, Il compagno e Prima che il gallo canti, Calvino, da ragazzina, con la trilogia di Il barone rampante, Il visconte dimezzato e Il cavaliere inesistente, e per finire con i grandi grandi, Flaubert con Madame Bovary. Poi: sicuramente Sulla strada di Kerouac, letto e riletto sui quindici anni e anche dopo, Lolita di Nabokov, i racconti di Raymond Carver, Ian McEwan in toto esclusi gli ultimi libri, Richard Ford con Infiniti peccati, Il giorno dell’indipendenza e Sportswriter, tutti i Maigret di Simenon, e per rimanere in tema di giallo Raymond Chandler, poi Heart of Darkness di Conrad, il mio amico Paul Auster con la Trilogia di New York, già stracitata in questo blog, e L’invenzione della solitudine e altri, e poi Hanif Kureishi con Il budda delle periferie, l’altro mio amico Philip Roth con un po’ tutto, e Jonathan Coe con Circolo chiuso, e Franzen con Le correzioni, Agota Kristof con la Trilogia della città di K., Alice Munro con tutte le sue raccolte di racconti, e Joyce Carol Oates con le altre sue raccolte di racconti, e per finire un po’di giapponesi: Haruki Murakami con Tokyo Blues, Kazuo Ishiguro con Quel che resta del giorno e Kawabata con Bellezza e tristezza. Di italiani, guardo e riguardo sugli scaffali ma non me ne viene in mente uno che rileggerei. Ah ecco: Pontiggia con Vite di uomini non illustri, Meneghello con Libera nos a malo, ma bisogna forse avere un po’ a che fare con il Veneto per apprezzarlo e infine uno scrittore che pochi conoscono, ma che a me piace un sacco: Vitaliano Trevisan con I quindicimila passi. Quali consiglierei di questi? Tutti.
Infine, non sono annoverabili tra i libri, ma ne ho letti e riletti e meditati a valanghe, nei pomeriggi d’estate, nelle sere d’autunno e d’inverno, quando da piccoli si usava ancora girare per casa annoiandosi, stare stravaccati sul divano, penzolando una gamba e distesi a letto guardando il soffitto: i fumetti di Asterix, e i fumetti che trovavo su Linus ai bei tempi. Dai Peanuts, a Corto Maltese a puntate, ai fumetti di Johnny Hart alle tavole di Sergio Toppi. Chi ci ridarà Goscinny, Charles Shultz, Hugo Pratt e Johnny Hart?
Straconsigliabili.

35 Risposte to “DI PESCI E DI LIBRI”

  1. anonimo Says:

    Proprio a me vieni a dire che i fumetti non sono annoverabili tra i libri??? Ti consiglio di leggere due saggi di uno dei maestri assoluti della cosiddetta “Arte sequenziale” (per i profani “giornaletti”). L’autore è Will Eisner e i titoli sono:”Eisner/Miller: conversazione sul fumetto” ; Kappa Ed., 2005 e “Fumetto e arte sequenziale” ; ed. Studio 901, 1997.
    (marino un po’ risentito)

  2. anonimo Says:

    Fra gli italiani non sottovaluterei nemmeno Giorgio Bassani (Il giardino dei Finzi Contini: un gioiello!), Silone, Buzzati, e fra i più recenti, Ongaro (La taverna del Doge Loredan)…Murakami è un grande, a parte alcune cose isolate e meno riuscite (a mio parere, s’intende), credo meriti in toto: La ragazza dello Sputnik e Dance dance dance, sopra tutti…
    smirki175

  3. dipocheparole Says:

    @marinorisentito: hai notato che ho affettivamente messo i fumetti tra i libri che per me contano? 🙂
    Solo che essendo una precisina non POSSO chiamare libri i fumetti. Ogni cosa è ciò che é. Senza togliere niente a nessuno.

    @smirky: ma no, non sottovaluto nessun italiano, è solo che preferisco altro.

  4. smirki175 Says:

    Noooooooooo…. 🙂 …non intendevo che li sottovaluti tu, era solo un modo di dire generico…tra l’altro pure io sono più propenso alla lettura di autori nord-americani o stranieri in genere…mi spiego sempre male 🙂

  5. anonimo Says:

    ho mangiato le moeche proprio la settimana scorsa in un ottimo ristorante delle tue zone… d’altra parte era per dare un senso al loro sacrificio!!
    ;))
    mp

  6. dipocheparole Says:

    @smirkiiiiiiiiiii: calmaaaaaaa!!:-)))))))
    oddio non si sa mai come parlare con questo ragazzo!!!
    Qui siamo rudi, (sono rude). Non si fanno complimenti, si parla diretto e non ci si scusa!:-)

  7. anonimo Says:

    scusa… :)) :p
    M.

    (PS: comunque i fumetti sono libri, eccome se sono libri!)
    (PS 2: siccome non leggo mai i tuoi post per intero perché sono troppo lunghi, nell’elenco hai ricordato di mettere Peter Hoeg?)
    :X

  8. anonimo Says:

    @->Dipòk:…ok, ok…sono calmo, sono calmo…devo ricordarmi che sono calmo :-)…come diceva lo zio Zeb Macain: non mentire mai, non scusarti e non fare mai smentite il giorno dopo, come i nostri cari politici 🙂

  9. anonimo Says:

    Grazie infinite. Mi hai accontentata eccome. Sei una stuopenda “personal marketinista”, una grande lettrice e te ne intendi di tutto quello che io non conosco appena (lettere anglosassone e giaponesi).
    Calvino e i suoi antenati, invece, mi hanno regalato certi tra i momenti più belli della mia gioventù. Coincidiamo solo in quello e i fumetti. Mi darò da fare con gli americani e gli irlandesi, giuro.

  10. dipocheparole Says:

    @Marino: ma guarda che sei davvero un !$%%5*&& !!!! i miei post sono troppo lunghi!! Comunque non c’era nella mia lista, ma anche Peter Hoeg mi era piaciuto nel Senso di Smilla per la neve. I Quasi adatti invece non me lo ricordo per niente. Ma poi che fine ha fatto? Ha scritto altro?

    @smirki: ehehehhehe lo zio Zeb. Me lo ricordo. Guardavo sempre quei telefilm con mio padre, pensa te. Probabilmente un secolo fa. Ma tu come li conosci?

    @Utxi: mi fa piacere.:) E tu invece cosa mi consigli tra i tuoi preferiti. tieni presente che non so lo spagnolo però!

  11. cf05103025 Says:

    Bello tutto, grandi libri, e pure Hart che a volte vado a ripescare e Toppi!

    Il granchio mi sta simpatico,
    io sono del cancro, e non lo mangio più perché mi assomiglia troppo, come vedo i granchi da un pescivendolo mi viene il magone.
    Mia moglie dice che sono un granchio sputato perché per evitare gli attacchi mi muovo di lato….
    Però, una volta, in un documentario ho visto due seppie in combutta che attaccavano un granchio con mosse coordinate, una l’ha fatto fuori di scatto, ficcandogli il becco nella corazza.
    Ti dico che sono rimasto male.
    MarioB.

  12. smirki175 Says:

    @->Dipòk: beh, anche io lo vedevo ai tempi…”La conquista del West”, mi piaceva tantissimo :-)…poi c’erano Luke e Josh (i due fratelli, nipoti dello zio Zeb), Lara e Jessie (le sorelle) e zia Molly :-)…era un telefilm onesto, fatto bene…un po’ basato su valori leggermente convenzionali e retorici, ma da giovincelli non ci si fa troppo caso…è quando si cresce che si diventa difficili ed esistenzialisti 🙂 ricordo anche la musica della sigla, mi commuoveva…non scherzo, mi piaceva proprio tanto per la sua intensità….robe che viste ora col senno di poi, sono un po’ ridimensionate, ma la magia dell’essere piccoli è anche queste cose qui 🙂

  13. dipocheparole Says:

    @Mario: due seppie con il becco che attaccano un granchio?!?! ma che é??!! dove li fanno sti documentari?!! :-DDD

  14. dipocheparole Says:

    @smirki: toh ti facevo un giovinetto e invece mi guardavi lo zio Zeb!

  15. anonimo Says:

    @->: Diciamo che sono giovane dentro e semi-nuovo fuori 🙂 ma sono molto vicino ad un pubblico gggiovane, per una visione del mondo gggiovane, con tanti progetti per noi gggiovani, tipo costruire autostrade…(cit. Elio e le Storie Tese :-)…in realtà, forse sono un guazzabuglio cronologico, con il senso della responsabilità di un bimbo dell’asilo, l’ingenuità di un centenario e la curiosità di un adolescente un po’ smarrito…:-)
    smirki175

  16. anonimo Says:

    Siccome non ho mai viaggiato, mi piace girare il mondo tramite i libri.
    Mi interessa trovare qualcosa di Paul Smaïl sugli emigranti arabi in Francia.
    Poi c’è Amkoullel il bambino fulbe
    di Bâ Amadou, un bellissimo romanzo dell’Africa.
    In italiano, mi è piaciuto tantissimo la Storia di amore e di tenebra di Amos Oz (Israele).
    Un’altro libro che non ho mollato dalla prima all’ultima pagina è Cecità di Jose Saramago, simile alla fantascienza. Se sapevo l’inglese come te (che invidia) vorrei leggere
    Fahrenheit 451 di Bradbury.
    E poi non vedo l’ora di mettere un piede in Italia per comprare subito La Mia Vita Disegnata Male del vostro Gipi, che è appena uscito e non si trova ancora su IBS.
    E poi, da donna e catalana che sono, vi consiglio tanto Un uomo di parola di Imma Monso. Triste e nonostante pieno di ottimismo.
    Ce ne sarebbero tantissimi altri, ma per oggi va bene la scelta.
    Baci e grazie ancora
    Ciao ciao

  17. anonimo Says:

    Sono lunghi sono lunghi! :))
    Oltre ai titoli che citi, Hoeg ha pubblicato in Italia una raccolta di racconti (“I racconti notturni” mi pare che si intitoli), poi “La donna e la scimmia” (bello fino al crescendo finale, poi si perde un po’), “La storia dei sogni danesi” (per me il migliore dopo “I quasi adatti”) e recentemente “La bambina silenziosa” che ho letto l’estate scorsa. Molto bello ma con un intreccio inizialmente intricato che però poi si svela con scioltezza.
    (marino bibliotecario)

  18. cf05103025 Says:

    Quella che ti dissi è una tecnica tipica di caccia di animali, in parte gregari, molto intelligenti, quali le seppie, simili ai polpi che sono pure sensibilissimi ed intelligentissimi.
    Una seppia si cala di botto dall’alto con i tentacoli aperti ed il becco sporgente sul granchio, mentre un altra lo distrae di lato!

  19. dipocheparole Says:

    @utxi: accidenti, di quelli che hai citato conosco solo Oz, Saramago (ho letto Cecità, ma mi angosciava abbastanza) e Bradbury. Gli altri, non li ho mai sentiti. Vedi che utili questi scambi italico-iberici.:)

  20. dipocheparole Says:

    @Marino: miiiii ma cosa sei abituato a leggere!?? e poi pure tu mica scherzi. Per Hoeg provvederemo.

  21. dipocheparole Says:

    @mario ancora non ho affrontato le seppie nelle mie vicende culinarie. ora sono curiosa di vedere il becco di seppia.

  22. anonimo Says:

    Sono stati scelti apposta tra i più strani, per fare colpo. Leggo anche i best seller e poi cose classiche, normali e popolari tipo Camilleri, sai…Quello di Gipi non è proprio un fumetto di fantasia, ma un romanzo disegnato autobiografico. Appena scenderò dell’aereo mi butterò in edicola per fare la scorta.

  23. anonimo Says:

    Magari potessi leggere di più… come recita il detto popolare? “el scarper va via coe scarpe rotte” 🙂
    Ci sentiamo… prima o poi :X
    (marino stanco che si deve alzare alle 6)

  24. dipocheparole Says:

    @utxi: gipi proprio non l’avevo mai sentito. Ma chiedo anche agli altri commenDatori, non faceva il cantante una volta?:))
    @Marino: se se ci sentiamo, e mi speto e spero..
    Alle 6? lo so che timbri il cartellino e poi torni a dormire, altroché.

  25. anonimo Says:

    Gipi è un geniaccio. Scrive e disegna storie bellissime, spesso malinconiche, a volte violentemente reali, sempre poetiche.
    Questo è il suo blog: http://giannigipi.blogspot.com/

    (M)

  26. anonimo Says:

    Il cantante era Drupi?

    Scosso dalle circostanze che sai, ho fatto indagini per ricordare i libri che ho letto nel 2008. Il risultato è l’elenco che incollo in questo post che mi sembra adatto.

    Almeno ce n’è una copia qui 😉

    Cormack McCarthy, La strada
    Meridiano di sangue
    Non è un paese per vecchi
    Trilogia della frontiera
    Oran Pamuk, Il castello bianco
    J.M. Coetzee, Spiagge straniere
    Ottavio Lucarelli, L’ottava vibrazione
    Michel Houellebecq, Le particelle elementari
    Le possibilità di un’isola
    Piattaforma
    Robert Walser, Jacob von Gunten
    Andrea Camilleri, La presa di Macallè
    Khaled Hosseini, Il cacciatore di aquiloni
    D.F. Wallace, Considera l’aragosta
    Roberto Calasso, La follia che viene dalle Ninfe
    Joseph Roth, Fuga senza fine
    Julio Cortázar, Il giro del giorno in ottanta mondi
    Geoffrey Parker, La strategia di Filippo II

    RILETTURE
    Alessandro Barbero, La battaglia
    R. Louis Stevenson, Il club dei suicidi
    J.G. Ballard, Super Cannes

    Robilant

  27. dipocheparole Says:

    @marino: ma non ci sono i disegni nel blog! un altro link, please.:)

    @Robilant: è da ieri che penso a te e a questa storia delle amnesie. Sono curiosissima di sapere di più. Uff ma tu non ce l’hai un blog? Potresti tenerlo, così ci scrivi, ti ricordi le cose e io posso leggere cosa ti capita. Io ti posso ricordare la password se te la dimentichi.:)
    Allora, il cantante non era Drupi, ma Gepi and Gepi, che mi pare fosse un ciccione.
    Poi, Ottavio Lucarelli non è quello che ha scritto l’Ottava vibrazione, bensì Carlo.:))
    Di tutti questi libri ho letto solo quelli di Houellebecq. Però mi attira Il club dei suicidi, com’è?

  28. anonimo Says:

    Il blog di Gipi è giusto. Ci sono sì, i disegni. Vai sulla destra, link “Libri e storie”. Lui ci scrive pochi post ogni mese, ma di bello c’è che anticipa i particolari del libro che sta scrivendo, man mano che nascono i pesonaggi. Come disegnatore non sarà un Picasso, ma gli argomenti sono personali, sinceri, reali, durissimi. Leggete i commenti dei lettori del blog. E voi che siete in nord Italia, andate alle mostre, incontri e letture con musica. Beati voi. Io l’ho visto dal vivo ad Angoulême 2006. Grande!

  29. anonimo Says:

    Ottavio Lucarelli !!!!!
    :-))))
    è il presidente dell’ordine dei giornalisti campani. mah.

    Cara Dipòk, io non ho un blog perché non sono in grado di tenerlo. Farei un post ogni sei mesi! Passo tutto il giorno a leggere e scribacchiare per lavoro. Sono un meccanico del reparto corse che ha una moto tutta scassata.

    Robert Louis Stevenson è uno dei grandi bardi. Di lui si deve leggere tutto. Lo strano caso di Jekyll e Hyde è solo il romanzo più famoso. Il resto è leggenda ;).
    Il club dei suicidi è uno dei racconti di The New Arabian Nights. L’hanno ristampato da solo da poco (credo nel 2008, non ricordo dove). Io ho un’edizione Casini di New Arabian degli anni sessanta, comprata su di una bancarella. Credo che la lingua italiana di quegli anni sia la migliore per tradurre scrittori come Stevenson e altri.
    In The New Arabian Nights il principe Florizel – nel retrobottega del suo negozio di tabacchi londinese – racconta tre avventure, di cui “Il club dei suicidi” è la prima. Florizel, il principe boemo in esilio, romantico predecessore di Harvey Keitel nel film “Smoke”.

    Robilant

  30. anonimo Says:

    Solo un piccolo appuntino sul fatto che “come disegnatore Gipi non sarà un Picasso”… se significa che disegna così così… beh, francamente mi vien da pensare che chi lo afferma, di Gipi deve aver visto solo qualche schizzo scarabocchiato sul tovagliolo di un ristorante. Secondo la mia modesta opinione disegna benissimo, ha un segno originale e riconoscibile e usa i colori divinamente. Mai viste le sue intepretazioni di certi paesaggi padani avvolti nella nebbia? pare di sentire l’umido che entra nelle ossa. 🙂

  31. dipocheparole Says:

    @utxi e Marino: vero. Ho guardato nel sito e ho trovato le storie e i disegni di Gipi molto belli e originali. Bravo davvero.

    @Robilant: Carlo Lucarelli forse faceva parte dell’amnesia:-)).
    Il meccanico che ha la moto scassata: come diceva Marino qualche giorno fa, qui si usa dire che lo scarper (il calzolaio) ha le scarpe rotte.
    Questo libro di Stevenson mi attira proprio, se poi mi dici che in qualche modo ricorda Smoke del mio amico Paul Auster, lo compro subito.

  32. anonimo Says:

    Semmai è il tuo amico Auster, ISPIRATORE di Smoke, che ricorda Stevenson: -)))

    Anyway i’ll bring my OCR:

    … mentre il Principe, secondo il suo solito, aveva alterato il suo aspetto con un paio di baffoni finti e due folte sopracciglia. Così truccato aveva un’aria ispida e tempestosa che, per una persona della sua cortesia, era il travestimento più impenetrabile… La taverna era piena di ospiti ma, sebbene più d’uno avesse tentato di parlare con i nostri avventurieri, nessuno di questi parve tanto interessante da meritare una conoscenza più profonda… quando i battenti a molla della porta porta furono aperti violentemente e un giovane, seguito da due commessi, entrò nel bar. I commessi portavano due grandi piatti di paste alla crema, coperti; appena entrati li scoprirono, e il giovane fece il giro della compagnia sollecitando ognuno, con esagerata cortesia, ad accettarne. A volte l’offerta veniva accettata con spirito, a volte veniva respinta con fermezza o addirittura con asprezza. In questi ultimi casi il giovane mangiava sempre lui la pasta, con qualche commento più o meno umoristico.
    Finalmente si avvicinò al principe Florizel.
    -Signore – disse con una profonda riverenza, offrendo al tempo stesso la pasta fra il pollice e l’indice – volete onorare uno che è completamente straniero? Posso garantire la qualità delle paste avendone mangiate due dozzine più tre, dalle cinque.
    – Ho l’abitudine – rispose il Principe – di non guardare tanto alla natura del dono quanto allo spirito con cui esso viene offerto.
    – Lo spirito, signore – rispose il giovane con un’altra riverenza – è quello della derisione.
    – Della derisione? – ripeté Florizel. – E chi vi proponete di deridere?
    – Non sono qui per esporre la mia filosofia – rispose l’altro – ma per distribuire queste paste alla crema. Se vi dico che io includo anche me nella derisione, spero che il vostro onore sarà soddisfatto e che acconsentirete. In caso contrario sarò costretto a mangiare la mia ventottesima pasta, e confesso che comincio a esser stanco dell’esercizio.
    – M’interessate – disse il Principe – e con tutta la buona volontà del mondo sono disposto a liberarvi del vostro dilemma, ma a una condizione…

    Ho paura che Le Nuove Notti Arabe lo pui comprare solo su e-bay 😦

    Robilant

  33. dipocheparole Says:

    @Robilant: ohibò!!! Paul Auster non è l’ispiratore di Smoke, ma sono suoi soggetto e sceneggiatura!! Ti perdono solo perché immagino che questi siano gli strascichi dell’amnesia.:)
    Bello questo pezzo, ora mi lasci in sospeso! Su ibs dicono che il club dei suicidi è ordinabile però. Ma cos’è un OCR?

  34. anonimo Says:

    uhuhuh, d’accordo non te lo tocco il tuo Paul Auster

    L’OCR è un programma di conversione dei files d’immagine di un testo, ottenuti con lo scanner,
    in files di testo manipolabili (word ecc.)

    Robilant

  35. dipocheparole Says:

    @robily: ah! e io lì a copiare lettera per lettera con la stilografica. uff.

Scrivi una risposta a anonimo Cancella risposta